“Leonardo da Vinci scriveva che la pittura è come poesia muta… Questo dobbiamo tenere a mente quando ci avviciniamo agli acquerelli vibranti di Antonia Valle, come macrocosmi nei quali, se solo ci avviciniamo, possiamo scorgere riflesse le trame dell’esistenza intessute attraverso la raffigurazione sintetica del mondo in cui siamo immersi, e possiamo udire lo scorrere, incessante, assordante, del flusso poetico della vita di ciascuno di noi.
Nelle delicate pitture dell’artista si possono cogliere varie tensioni. Da una parte un’armonia compositiva e formale colloca l’opera di Antonia all’interno di una corrente che pone attenzione allo studio della tradizione. Mentre la vivacità dei colori richiama alla mente una sorta di matrice mediterranea, se non fosse per quella dolce levità, oserei dire liquidità avvolgente, una qualità “fluida” che rivela una certa influenza dell’arte giapponese, forse con qualche richiamo all’ukiyo-e, quel “mondo fluttuante” di un filone di stampa artistica nipponica.
La natura per l’artista è fonte primaria di ispirazione, che non si traduce in una raffigurazione oggettiva, in una mera mimesi del reale, bensì in una visione sintetica, geometrizzata, dove alberi, foglie, montagne, paesaggi, colline, campagne vengono scomposti nei vari elementi costitutivi e ricomposti, quasi a divenire tessere di un mosaico, suggerendo un mondo di icone simboliche. La raffigurazione (sia oggettiva sia stilizzata) di elementi naturali è storia antica: i motivi vegetali sono veicolati nei secoli dalle arti decorative, come i manoscritti miniati, dove racemi fogliati ornano splendide pagine incorniciandone i margini, ed ancora avori finissimi, oreficerie, il mosaico. Antonia non trascura questo sostrato culturale che fa parte della storia della mentalità umana e del quale il nostro occhio e il nostro cervello sono intrisi, e ci restituisce una visione lirica della vita e della natura che è simbolo, ma è anche profondamente viva, è still life, è palpitante, ricca, vibrante, sfaccettata e rifrangente.”
Ilaria Magni
Storica dell’Arte, Direttore Arte in Toscana
“Con indubbio talento la pittrice applica una minuzia calligrafica alla difficile tecnia dell’acquerello.
Ne deriva un contesto visivo in bilico fra astrazione e figurazione, dove con pochi abili tratti sono evocati i suoni e i profumi del mare.”
Critico d’arte, giornalista, saggista, autore di volumi tematici e monografici
(commento all’opera: “Ascolto il mare”)